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Dire no a Roma 2024 è dire no al lavoro: M5S è contro il lavoro?

Dire no a Roma 2024 è dire no al lavoro: M5S è contro il lavoro?

Le Olimpiadi ospitate in un Paese non sono mai le Olimpiadi di una città, ma di una intera nazione. Come può il sindaco di una città assumersi la responsabilità di dire no a nome di tutti gli italiani. Il suo no, il no del sindaco di Roma alla candidatura di Roma 2024, non è il no dei romani, diventa il no degli italiani per le ragioni cui sopra.

Il sindaco di un movimento politico, il M5S, abituato sempre a chiedere il “parere della rete”, – come non sapesse mai cosa fare e quali responsabilità assumersi -, questa volta si assume la responsabilità di dire no a un evento che porterebbe decine di migliaia di posti di lavoro agli italiani. Probabilmente anche a quegli italiani che li hanno votati.

Come possono dire di no alle Olimpiadi? Il M5S dice no al lavoro.

Le Olimpiadi coinvolgono il Paese non una città

Le Olimpiadi non coinvolgono mai una sola città. Basti pensare alle appena concluse Olimpiadi di Rio 2016. Le partite di calcio si sono svolte in ben 7 stadi differenti di altrettante città: gli stessi stadi dei Mondiali Brasile 2014 (Fonte: Rio2016.com).

Alle Olimpiadi di Roma 1960, le competizioni di vela si svolsero a Napoli, e anche per Roma 2024 si pensa a una città di mare per ospitare le gare veliche.

Se Roma venisse prescelta dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale), è l’Italia intera a doversi muovere per l’organizzazione. Ci sarebbero migliaia di posti di lavoro per la fase preparatoria, migliaia durante le Olimpiadi e altre migliaia dopo per la fase post grande evento.

Perché è irresponsabile dire ‘NO’

Come può il sindaco della Capitale d’Italia assumersi tale responsabilità? Come può di dire di no, in una Italia dove le nuove generazioni cercano futuro e non ne trovano? Come può dire che è “da irresponsabili dire di sì” perché sarebbe Roma a dover pagare i debiti. E’ scritto persino nelle enciclopedie on-line che le Olimpiadi di Roma 1960, furono pagate dal CONI con i soldi del Totocalcio. (Fonte: Enciclopedia dello Sport – Treccani.it – ‘Olimpiadi estive: Roma 1960‘). I contribuenti hanno pagato poco o niente quella Olimpiade.
Si tratta di una menzogna. Le olimpiadi le paga il Governo, i soldi ce li mettono al massimo tutti i contribuenti italiani, non solo i romani. E se si seguisse l’esempio di Roma 1960, i soldi, oggi come allora, potranno benissimo uscire dalle scommesse sportive. Roma 1960, in più, fu il primo evento sportivo in cui i diritti televisivi furono venduti alle TV. Una idea italiana e ci guadagnò anche il CIO.

Venendo a un caso recente. Expo Milano 2015 ha coinvolto migliaia di italiani. Per alcuni anni ha dato lavoro e con la fase di smantellamento e adeguamento continua a far lavorare (Fonte: NewsExpo2015 – ‘Expo 2015 a distanza di un anno crea posti di lavoro‘). Figuriamoci cosa sarebbe capace di fare una Olimpiade…

E un sindaco, esponente di un partito che si è fatto carico della responsabilità di rappresentare quegli italiani stanchi delle promesse e dell’immobilismo, che si è fatto carico della responsabilità di dare voce a milioni di italiani che non vedono più un orizzonte in cui splende il sole, proprio questo partito, dice di no al lavoro?

C’è parecchio da riflettere.

L’occasione di fare una Olimpiade dei cittadini

Neanche regge la scusa che le Olimpiadi servono ai grandi “comitati d’affari” e non ai cittadini (Fonte: ANSA.it – ‘Verso il no a Roma 2024. CONI chiede streaming Raggi Malagò’). E’ piuttosto l’incapacità di accogliere la sfida di dire sì e di trasformare l’evento, in un evento in mano ai cittadini. L’Olimpiade dei cittadini. Proprio loro che si considerano cittadini e non parlamentari, cittadini prima che sindaci, vogliono perdersi questa grande opportunità.

E non è uno studio di Oxford a fare la storia di un Paese. E’ nelle mani dei cittadini la possibilità di scrivere bene la propria storia futura: senza sprechi e progettando sin da ora quale sarà il futuro delle strutture dopo.

L’esempio di Roma 1960 e il riuso delle strutture olimpiche

Roma 1960 portò il primo troncone della metropolitana a Roma, il villaggio olimpico fu pensato per essere un quartiere abitabile e dopo gli atleti, ci andarono a vivere le famiglie. L’ Acquacetosa ancora oggi ospita centri di studio e ricerca di medicina dello sport.

Una forza politica che dice di essere pronta a governare l’Italia, deve dimostrare di essere pronta ad affrontare le sfide. Se dice di no alle sfide è una forza politica immatura, deve ancora crescere e non può mettersi alla guida del Paese, alla guida degli italiani che chiedono lavoro.

Un evento che vale molto più dei soldi

Le Olimpiadi lasciano nella storia di un Paese un lascito culturale che va oltre la generazione che li organizza, oltre i soldi che si spendono. Le Olimpiadi di Roma 1960 hanno lasciato all’Italia non solo un ricordo in chi le ha vissute, hanno lasciato un’impronta al mondo dello sport alla quale ancora oggi bisogna dire grazie. Prima di Roma ’60 lo sport era stato bollato come fascista e quindi qualcosa di cui disfarsi. Dopo, gli italiani scoprirono e iniziarono a praticare sport che poco si conoscevano.

Dire sì alle Olimpiadi è permettere alle nuove generazioni di essere partecipi di un grande evento storico che ricorderanno e che trasformerà la loro vita per sempre. Chi dice no alle Olimpiadi, dice no al futuro e gli italiani sono stanchi di non avere futuro.

Una citazione per finire

Vi lascio con una citazione, è del Presidente del CONI Giulio Onesti cui furono affidati i Giochi Olimpici del 1960. Il contesto è quello del secondo dopo guerra. Durante una intervista affermò:

<<…abbiamo voluto l’Olimpiade non solo in funzione sportiva ma anche per il nostro Paese che si è risollevato dalla distruzione materiale e dallo sfacelo morale, che evolve di continuo verso forme di progresso economiche e sociale, e meritava quindi di essere conosciuto ancor meglio nelle sue capacità organizzative. Non dimentichiamo che siamo al centro dell’attenzione mondiale, che la stampa di ogni paese ha in prima pagina l’Italia e Roma, che centinaia e centinaia di milioni di uomini seguiranno le Olimpiadi di Roma attraverso la televisione. Mai nessun avvenimento nella storia dell’Italia, ha concentrato sul nostro Paese così viva attenzione e così ammirato interesse. Noi siamo davvero orgogliosi che tutto questo avvenga per merito dello sport>>.

Da un articolo scritto da Gino Palumbo il 21 agosto 1960 e pubblicato sul quotidiano “Il Mattino”.