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Economia finanziaria cancellata per decreto

Economia finanziaria cancellata per decreto

 

Noi dichiariamo, che non interessa più l’economia finanziaria.

Quell’economia fittizia, fatta di numeri sullo schermo di un computer. Fatta di cifre che aumentano e diminuiscono nel contatore di un software, visualizzato sugli schermi degli operatori finanziari.

Noi guardiamo all’economia reale. Non più all’economia irreale del mondo azionario e del Forex. A noi interessa il lavoro vero! Quello delle fabbriche, dei negozi, dei servizi alla persona…

Si è pensato per troppi anni di investire i propri soldi in operazioni di finanza pura, che hanno contribuito fortemente alla crisi del lavoro attuale.

Molti dirigenti e imprenditori di aziende – grandi e piccole – hanno sempre più investito il profitto annuale nell’economia finanziaria e irreale. Hanno investito non i loro soldi personali, quelli guadagnati dall’azienda attraverso il lavoro di tutti! “Reinvestito” in operazioni completamente slegate dall’economia reale. La conseguenza è stata l’impoverimento delle aziende, il loro fallimento e la povertà per i lavoratori dell’economia reale.

Se prima, il surplus aziendale, per diversificare il capitale, veniva investito in nuovi progetti imprenditoriali, anche di altre aziende, oggi, l’imprenditore preferisce gli “investimenti” finanziari puri.

L’imprenditore ha dimenticato che investendo i capitali in un nuovo progetto imprenditoriale, genera nuovo lavoro reale; viene innescato un ciclo virtuoso da cui consegue l’assunzione di nuova forza lavoro, o per lo meno il reintegro di quella che è a casa.

Non ha voluto più rischiare nell’economia reale, per rischiare nell’economia irreale.

Per molte poche persone, per pochi individui, contro i tantissimi che non hanno più di che vivere, la finanza irreale è diventata un lavoro. Costoro hanno di che vivere  anche senza più lavorare, grazie alle grandi ricchezze accumulate con le loro operazioni finanziarie. Speriamo si ravvedano, perché hanno la capacità di investire nell’economia reale, per ridarle fiducia.

Fiducia all’economia reale da parte degli investitori, piccoli o grandi. Fiducia nell’economia reale da parte delle banche: per essa sono nate.

Per questo, da oggi, io Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, decreto la fine di ogni operazione finanziaria, determino la cancellazione di ogni legge riguardante le operazioni finanziarie. Determino la cessazione di ogni investimento statale o parastatale in operazioni di pura finanza e non legate all’economia reale.

 

 

Vi immaginate un Presidente del Consiglio, forte di una maggioranza parlamentare mai registrata prima nella storia, ragionare così? Immaginate l’effetto? Il terrore finanziario!

La benedizione per l’economia reale! Finalmente.

V’immaginate se a questo Presidente del Consiglio, non importasse più nulla della Borsa e del suo andamento?

Delirio?

Di fronte a una situazione drammatica, di milioni di senza lavoro e di poveri… A chi dovrebbe pensare un Presidente del Consiglio con un cuore? Ai ricchi? Ancora? No di certo! Ai milioni di poveri! I ricchi si strapperanno i capelli dalla testa, ma non moriranno di fame. A morire di fame, ci stanno già pensando migliaia di poveri, e poveri perché senza lavoro reale.