Idee da Blog

Referendum Costituzionale: non la sconfitta del SI, ma di tutti

Referendum Costituzionale: non la sconfitta del SI, ma di tutti

L’Italia ha bisogno di una riforma costituzionale. La costituzione ha quasi 70 anni di storia e molto è cambiato nella società italiana e nel mondo. La Costituzione va adeguata ai tempi.

Il NO ha vinto. Gli italiani, al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, hanno scelto di non accettare la riforma della Costituzione Italiana così come è stata presentata loro. Il SI ha ottenuto il 40,89% e il NO il 59,11%. Alta l’affluenza alle urne.

 

Ed ora i cori di vittoria li sentiamo alti.

Renzi ha perso! Vittoria! Il SI è stato sconfitto! Evviva! I cittadini italiani hanno vinto! Renzi finalmente a casa!

 

No. No. Abbiamo perso tutti. Hanno perso anche quelli del NO. I partiti del SI hanno perso perché non hanno saputo coinvolgere le opposizioni nella riforma costituzionale. I partiti del NO hanno perso perché non si sono impegnati in parlamento per essere parte attiva della riforma.

 

Perché il SI ha perso

Questo Governo, il governo Renzi,  è stato un governo di scopo, nato per le riforme di cui ha bisogno l’Italia. Napolitano, quando si è lasciato rieleggere per il secondo mandato, aveva chiesto l’impegno di tutte le forze politiche a fare le riforme: di tutte le forze politiche. Forza Italia e PD si accordano per portare avanti le riforme, tra cui quella della costituzione.

A un certo punto l’accordo si rompe e la maggioranza politica al governo prosegue le riforme per conto suo, senza l’appoggio di Forza Italia (maggior partito dell’opposizione). Da quel momento, le riforme della legge elettorale, costituzionale, della pubblica amministrazione ecc., proseguono con il solo appoggio dei partiti di governo; e solo ed unicamente imponendo la fiducia.

Qui ha sbagliato la maggioranza, non ha fatto propria la responsabilità del “buon padre di famiglia”, che si siede comunque intorno a un tavolo e discute con chi non vuol discutere. Avrebbe dovuto rinunciare a un po’ del suo, consentendo a tutti i partiti di avere voce e di essere parte della riforma costituzionale.

Renzi ha perso legando il futuro del suo governo al referendum, dando alle opposizioni un motivo in più per opporsi alla riforma: spodestarlo per riaprire la lotta al governo della nazione, con nuove elezioni politiche (chiunque essa sia, in Italia, l’opposizione ambisce unicamente a questo).

 

Perché il NO ha perso

Anche i partiti del NO hanno perso. Hanno perduto per mancanza di responsabilità. Il Governo andava convocato intorno a un tavolo di confronto aperto, per il bene del Paese. E se il Governo si fosse rifiutato, avrebbero dovuto dormire nei sacchi a pelo sotto casa di Renzi, per convincerlo ad accogliere nella riforma costituzionale le loro richieste. Dormire in sacco a pelo per chiedere che, nella riforma costituzionale, potessero trovare casa le richieste delle opposizioni che rappresentano l’altra metà degli italiani.

E poi hanno perso per aver poggiato la campagna referendaria sulla caduta del Governo. Renzi ci ha messo del suo, ma l’Italia ha bisogno di stabilità. Le giovani generazioni sono a bocca aperta davanti tanta irresponsabilità. Quelli che possono, appena possono, vanno all’estero! Ciao ciao Italia! L’Italia resterà più povera non solo economicamente, principalmente di persone che si rendono disponibili a lavorare per il Paese: sono all’estero…

Ed hanno perso, quelli del NO, perché durante la campagna referendaria non hanno proposto concretamente una proposta alternativa di modifica della Costituzione. Il NO è stato un fronte non omogeneo: Lega Nord e Fratelli d’Italia da una parte, M5S da un’altra, Forza Italia dall’altra, i partitini della sinistra da un’altra parte ancora. Nessuno di loro voleva e vuole veramente riformare la Costituzione Italiana. Volevano solo la spallata alla stabilità del Paese. Siamo generazioni di italiani non mature per cambiare la Costituzione.

 

Buon panettone a tutti

Ed ora, mangiamoci pure il panettone con l’instabilità politica all’italiana. Mentre l’emorragia di giovani all’estero non si arresta, mentre in pochi restano in attesa che qualcosa cambi, i più fregandosene altamente mentre fanno la fila al cinema per vedere il prossimo “cinepanettone”.